lunedì 20 ottobre 2008

Mi ha colpito di dentro





Meglio non rammentare, non ferire ulteriormente la mente, rievocando come sono state collegialmente fatte a brandelli le mie proposte interculturali, come nella seduta di chiarificazione si è sbranata ogni mia autostima, insieme con la mia richiesta che gli studenti che necessitano di essere alfabetizzati e ai quali già insegno la lingua italiana, mi fossero affidati anche per il corso pomeridiano di Lingua 2, da finanziare.
Ma se non ero nemmeno in grado di insegnare la lingua italiana agli studenti italiani, di farmi capire da loro...a quanto, come non hanno avuto ritegno di rivelarmi per infierire, miei colleghi di lettere in Commissione si facevano- o si lasciavano- raccontare dai miei studenti sul mio conto, in tutta confidenza.
Eppure era a me, che si era destinato l'incarico, quando si è trattato di sgravarsi dell' insegnamento di Dante a chi nemmeno parla ancora italiano.
Bastava considerare come eravamo disposti , in biblioteca, per capire la sorte che mi era assegnata: io ed il dirigente che ci fronteggiavamo ai lati, l' intera commissione contrapposta , nello schieramento compatto che la loro casta veniva riassumendo, intorno al cobra evangelico che ne è l'anima nera.
Meglio ricordare, piuttosto, anzichè l'odio livido di disprezzo che si apriva il varco nelle sue parole , il commento dello studente, di terza, alla mia lettura di " Voi che per gli occhi mi passaste il core":
"Mi ha colpito di dentro..."
o l' irrefrenabile urgere delle domande delle ragazze brasiliane, della stessa classe, alla lettura dei costumi sessuali dei tibetani, secondo il Milione, quando sono venute apprendendo, come se fosse stato indubitabilmente vero, che le ragazze venivano esposte al migliore offerente, e che erano da marito, e reputate le migliori, solo dopo che avevano collezionato al collo venti gioielli per il compiacimento di venti differenti ricchi spasimanti-
E se le giovani tibetane restavano in attesa di un bambino? E se il bambino veniva fatto nascere? Chi se ne prendeva cura? Inutile protestare che stavamo affrontando un testo eminentemente letterario, che andava gustato con spasso per il suo rendiconto fantasioso, di simili usanze, affrancato da ogni considerazione morale, che era dubbia la veridicità di simili costumi.

E se le giovani tibetane restavano in attesa di un bambino? E se un bambino nasceva? Chi se ne prendeva cura? tornavano a chiedermi

Mi sono affidato al mio senso generale delle cose. Una volta la famiglia era più larga, tutti i parenti si sarebbero presi cura del bambino.
" E abortire era più facile che evitare le nascite"
Capivano benissimo che intendevo così dire, per poco che fosse il loro italiano.

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