giovedì 3 settembre 2009

La prima riunione collegiale


Anno scolastico 2009-2010
Al Collegio docenti di settembre

" Fa il bravo con gli studenti..." è stato il saluto di congedo rivoltomi, il giorno avanti, dall'insegnante ch'era all ultimo giorno di insegnamento.
Un invito singolare, dopo tutto quanto è successo, nel suo e altrui silenzio acquiescente.
Come nella Germania Hitleriana lo sarebbe stato la richiesta a un professore ebreo di vivere in cordialità d'intenti con la gioventù ariana .
I notiziari preannunciano intanto, con la nuova influenza, una virulenza omofobica senza precedenti nelle prossime classi.
Chi mostra di vedermi e mi saluta sono solo in due o tre, al più, nel collegio docenti d'inizio anno , un giovane insegnante di Matematica con il quale avevo condiviso alcune classi nell'Istituto precedente, che ignora ancora la cortina d'odio che mi attornia, il collega di Economia Aziendale chi mi è divenuto amico condividendo la sorte di capro espiatorio.
Per un'intesa unanime non mi si rivolge lo sguardo, o la parola, -fossi un fantasma avrei più percepibilità reale nel mio aggirarmi , (come avevo detto i giorni scorsi alla vicedirigente, che aveva attribuito la cosa a un effetto del caldo che strema ). Un fantasma non nuoce , infatti, al decoro e alla credibilità dell' Istituto.
E il sentimento di vergogna e di disistima di me stesso , per la catastrofe della mia mente geniale in una psiche infantile, che nella mia inaffidabiltà priva di credibilità autorevole al loro cospetto, mi vota all 'ignominia di un tale destino fallimentare, mi impiomba costrenato sulla sedia.
Non un incarico di responsabilità mi è affidato di seguito, nemmeno quello di segretario, o l'accoglienza dei miei studenti, nelle prime di cui sono l' insegnante di Italiano.
Del resto, mi sono state assegnate perchè sono quelle da cui la dirigenza ritiene che meno dipenda il prestigio della scuola, insieme con alcuni spezzoni di vari insegnamenti irrilevanti di Storia, a completamento della cattedra.
E un odio di loro, uno schifo per la loro presunta superiorità umana, che non è attesa dal cimento inumano che mi si ripresenta all orizzonte scolastico, mi soffoca il respiro, insieme con la tosse che mi attanaglia la gola, a oltre una settimana dal mio rientro dall India , dalle sue esalazioni e dai suoi morbi.
Per essere lì, con coloro, al telefono ho lasciato in Khajuraho Kallu disperato, perchè teme che il sangue ch'è fuoriuscito da una ferita di Sumit, la febbre che lo ha infettato, siano dovute a un morso rabbioso del cagnolino con cui gioca, e l'ultimo nato, chandu, ha reagito con la sofferenza e il pianto alle iniezioni di richiamo.
Nella sua disperazione contro tutti e contro tutto, nel suo farsi un bambino che non sente ragioni di fronte alla disgrazia che incombe sui suoi piccoli per l inavvertenza della moglie, che non ha distolto il cane dal bambino, per la irraggiungibilità del medico brahmino che non può soccorrere il suo Sumit di martedì , in quanto è giorno sacro ad Hanumah, in quella camera di ostilità generale a lui soltanto sono vicino d'accanto, di lui soltanto mi importa il destino.

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